dal: 28-02-2017 al: 06-03-2017
Terminato
Corso Buenos Aires, 33, 20124 Milano
Tel: 02 0066 0606
Orari:

Sala Shakespeare: MAR-SAB: 20:30 / DOM: 16:30
Sala Fassbinder*: MAR-SAB: 21:00 / DOM: 16:00
Sala Bausch: MAR-SAB: 19:30 / DOM: 15:30

*Sala soggetta a cambio d’orari.

 

 

Prezzi: 13,50 < 33 €

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SCHEDA SPETTACOLO: ANELANTE

Stagione 2016-2017
Di Flavia Mastrella e Antonio Rezza
Regia di Flavia Mastrella e Antonio Rezza
Cast Antonio Rezza e Ivan Bellavista
Una produzione Fondazione TPE - Teatro Vascello la Fabbrica dell’attore - RezzaMastrella
Recensione di: Diego Vincenti Voto 2.5

Assalto al potere. Come al solito. Anelante. Ché i nemici sono sempre gli stessi. E nemmeno lo spirito fumino si annacqua col tempo. Dalle parti di Nettuno non ci si imborghesisce: Antonio Rezza e Flavia Mastrella continuano imperterriti nella loro anomalia poetica-formale. Nessuno come loro. Guerriglieri che nulla c’entrano con un sistema che si muove su altri binari. Come se il nucleo centrale fosse sempre trasformare in teatro (per così dire) la contestazione. Chi mai ci riesce, nonostante un mare di bandiere rosse al vento? Quello che confonde è la comicità. La bulimia di gesti, parole, invettive che fanno uscire storditi dalla sala. Ma l’intenzione è politica fino ai dettagli: contro il potere, contro le istituzioni, contro l’omologazione, il buon senso, i benpensanti, i sani principi, i luoghi comuni, il pudore, la mancanza assoluta di pensiero critico. Il corpo nervoso di Rezza prende vita nel nuovo habitat creato dalla Mastrella. Si sono conosciuti nel 1987 e non si sono più lasciati. La scena si sviluppa in orizzontale, finestrelle si aprono al dialogo come un tempo i celebri tagli, i colori ricordano le carte da gioco di Alice nel Paese delle Meraviglie. Ma il movimento va a braccetto con un flusso di parole logorroico e inarrestabile. Motore sonoro della performance. Il resto è il consueto mosaico di episodi, accenni, divagazioni, micronarrazioni. Dai deliri di una solitudine ombelicale, a uno strambo viaggio in Inghilterra. In mezzo: virtuosismi, la mimica unica e inimitabile, aforismi come slogan da manifestazione, culi al vento, sesso e disperazione. È abbastanza incredibile come un linguaggio che si ripete da decenni, in realtà riesca sempre a risultare contemporaneo. Forse è quella voglia di fare a botte con tutti. E infatti da spettatori non se ne esce vivi. Ma se ne esce felici.