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SCHEDA SPETTACOLO: AMERICAN BUFFALO
Con American Buffalo (1975), David Mamet, tra i drammaturghi statunitensi più interessanti, ha raccontato il fallimento del Sogno Americano attraverso la storia di Don, un rigattiere di Chicago che vende un vecchio nichelino (l’American Buffalo del titolo) ad un prezzo irrisorio, ignorandone il reale valore. Scoperto l’errore, decide di riappropriarsene a tutti i costi, coinvolgendo nell’impresa il giovane amico Bobby e Teach, un gradasso paranoico e violento. I tre portano avanti il loro piano criminale come se si trattasse d’una transazione d’affari, ma sono inesorabilmente destinati a fare fiasco e a precipitare in una frustrazione che li trasforma in individui senza scrupoli che non esitano a scagliarsi violentemente l’uno contro l’altro.
Maurizio de Giovanni – autore dell’adattamento egregiamente diretto da Marco D’Amore – sposta la vicenda nella periferia napoletana dei nostri giorni conseguendo un risultato riuscito a metà, perché se l’ambientazione convince appieno e il dialetto napoletano tiene perfettamente il confronto con lo slang americano, il meccanismo drammaturgico soffre di qualche lentezza e lungaggine di troppo.
Assolutamente strepitosi i tre interpreti dello spettacolo: Tonino Taiuti è un Don irresistibile con la sua passione per gli Stati Uniti, la parlata napo-americana e l’abbigliamento da musicista country: diverte ed emoziona al tempo stesso per quel desiderio di rivalsa che non riuscirà ad appagare. Vincenzo Nemolato (ove mai ce ne fosse stato bisogno) da l’ennesima prova del suo prodigioso talento nel ruolo dell’ingenuo e nevrotico balordo al servizio di Don; e Marco D’Amore, infine, incanta letteralmente per la versatilità delle sue capacità espressive nei panni del terzo complice del “colpo”, ‘o professore laido, balbuziente e pieno di tic.
Affascinante e molto funzionale all’idea registica la scena di Carmine Guarino, una caotica e surreale “poteca” di rigattiere, con il suo sovraccarico di oggetti e l’inquietante rapporto con l’esterno valorizzato dal bel disegno luci di Marco Ghidelli.