dal: 13-12-2016 al: 08-01-2017
Terminato
Corso Buenos Aires, 33, 20124 Milano
Tel: 02 0066 0606
Orari:

Sala Shakespeare: MAR-SAB: 20:30 / DOM: 16:30
Sala Fassbinder*: MAR-SAB: 21:00 / DOM: 16:00
Sala Bausch: MAR-SAB: 19:30 / DOM: 15:30

*Sala soggetta a cambio d’orari.

 

 

Prezzi: 13,50 < 33 €

Calcola percorso

SCHEDA SPETTACOLO: ALICE UNDERGROUND

Stagione 2016-2017
Di Lewis Carroll
Regia di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia
Cast Elena Russo Arman, Ida Marinelli, Matteo de Mojana e Umberto Petranca
Una produzione Teatro Dell’Elfo
Recensione di: Diego Vincenti Voto 3.5

Una lanterna magica. D’acquarelli ed effetti (non) speciali. Sorta di cartoon teatrale, dove trecento disegni originali vengono proiettati su una struttura bianca, mondo di magia a prender vita interagendo con gli attori in carne e ossa. E si rimane a bocca aperta. Come bambini. Alice Underground colpisce per la capacità di creare meraviglia. La precisione dei dettagli. Ma in realtà, al di là dei (notevoli) risultati artistici, è la totalità del progetto che sorprende. La passione che traspare nel concretizzare un’idea vagamente folle, di chi decide di portare in scena Lewis Carroll rendendolo un gioiello di talenti e maestranze, intergenerazionale per gusto, leggibile da qualsiasi tipo di pubblico. E se si pensa ai recenti Angels in America, The History Boys o Rosso, risulta evidente l’attenzione dell’Elfo a testi e ispirazioni le più diverse, declinando il tutto attraverso una compagnia stabile che profuma d’altri paesi. E in un teatro che sa davvero parlare alle persone. Con qualità. Ovvero rispettandole. Sensibilità non così scontata sui palcoscenici italiani. Per un ruolo di stampo quasi sociale, su cui troppe istituzioni sorvolano. Ma torniamo a questa Alice nella città del teatro, una brava Russo Arman (ma troppe urla) qui alle prese con i vari Stregatto, Bianconiglio, Cappellaio Matto, Regine malvagie e quant’altro. Fra indovinelli senza risposta e “non compleanni” da festeggiare quanti se ne vuole. Che alla fine meglio “guardare al senso, che le sillabe si guarderanno da sé” (sembra una frase di Bartezzaghi). Difficile trovare un libro così bello e allo stesso tempo così complesso, dietro quell’apparenza da favola per ragazzini. E lo stesso meccanismo si ritrova in scena. In uno spettacolo adulto, per estetica e tematiche. Dove gli interpreti si moltiplicano nel dar vita a un intero mondo. Giocando sui più livelli della struttura. Spuntando da porte e feritoie. Trovando pure il tempo per suonare dal vivo una colonna sonora firmata Roxy Music, Pink Floyd, Beatles e Rolling Stones. Per un’ora e mezza, l’impressione è quella di essere fuori dal tempo e dallo spazio. In un’atmosfera vagamente lisergica. Di purezza dark. E psichedelica.