dal: 07-11-2015 al: 09-11-2015
Terminato
Via Privata Hermada, 8, 20162 Milano
Tel: 02 6420761
Orari:

Martedì – sabato ore 20.30
Domenica ore 17.00
Lunedì riposo

Da maggio:

Lunedì – sabato ore 20:30, Giovedì ore 19.30, Domenica riposo

Prezzi: 9 < 15 €

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SCHEDA SPETTACOLO: (a+b)3

Stagione 2015-2016
Di Claudia Sorace e Riccardo Fazi
Cast Claudia Sorace e Riccardo Fazi
Una produzione Muta Imago
Recensione di: Milano in Scena Voto 3.5

A e B sono un ragazzo e una ragazza vestiti di nero, eil simbolo grafico dell’addizione segnala una relazione amorosa che si interromperà a causa della guerra. Nel mezzo c’è un cubo (realizzato da Massimo Troncanetti), un’intelaiatura di legno con pareti di carta strappate e riapplicate, che divengono superfici di proiezione, muri di un bunker che protegge dalla barbarie esterna, perimetri sentimentali dove abita il ricordo dell’amato.
Il gruppo romano Muta Imago sorprende per la rara capacità di costruire un linguaggio autonomo, padroneggiato con ironia e incanto: dal teatro delle ombre vengono riprese le tecniche, dalla proiezione della figura umana intera, rimandata sulla faccia frontale del cubo, all’utilizzo delle sagome a bastoncino, come quando l’ombra dell’amato cammina da sola verso la guerra, incrocia boschi che diventano rami tentacolari, e infine si scontra con un soldato che spara. Per Muta Imago è evidente che l’ombra possiede un’anima: sarà per questo che lampadine e fogli di carta bastano per costruire un mondo. In audio, intanto, ricostruzioni di cronache belliche colorano l’atmosfera (le registrazioni sono di Federica Giuliano), tra l’altro marcata da immagini documentarie di schiere in marcia, e altri suoni evocano l’evoluzione dell’intreccio: passi sulla ghiaia, rumore di acque, esplosioni. I due artefici entrano ed escono da molteplici piani di finzione, “attori” visibili che brindano alla loro unione ma anche sagome per la proiezione, manipolatori che agiscono fonti luminose ma anche personaggi in marcia con un bastone sulla cui punta sta una lampadina, imbracciato come fosse un fucile.
Poco prima di dividersi, i due amati ci avevano riportato alla nascita della pittura secondo Plinio il Vecchio, a quella silhouette tracciata seguendo il contorno dell’ombra del capo. La ragazza ritaglierà la figura scura ottenuta, e sul finale si annullerà in essa adagiandola sul proprio viso: il cubo viene inclinato dall’attore, luci e ombre svaniscono.

Lorenzo Donati