dal: 03-02-2016 al: 28-02-2016
Terminato
Largo Greppi, 1, Milano
Tel: 848 800 304
Orari:

Salvo diversa indicazione, gli orari degli spettacoli al Piccolo sono: martedì, giovedì e sabato, 19.30; mercoledì e venerdì 20.30; domenica 16.

Prezzi: 12 < 32 €

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SCHEDA SPETTACOLO: 7 minuti

Stagione 2015-2016
Di Stefano Massini
Regia di Alessandro Gassmann
Cast Arianna Ancarani, Balkissa Maiga, Cecilia Di Giuli, Eleonora Bolla, Olga Rossi, Ottavia Piccolo, Paola Di Meglio, Silvia Piovan, Stefania Ugomari Di Blas, Stella Piccioni e Vittoria Corallo
Una produzione Fondazione Emilia Romagna Teatro, Teatro Stabile del Veneto e Teatro Stabile Dell’Umbria
Recensione di: Giuseppe Liotta Voto 3

Sembra in tutto e per tutto un “ricalco” registico e drammaturgico, questo 7 minuti di Stefano Massini e Alessandro Gassman, sul “dramma giudiziario” La parola ai giurati, di Reginald Rose. Al film dichiara di essersi ispirato l’autore che, con abilità di scrittura e sicuro mestiere, crea un’infallibile macchina drammaturgica. Naturalmente, cambiano i personaggi, il tema, le situazioni ma la suspense, quella tecnica segreta che ti tiene incollato alla sedia per vedere come va a finire, è la medesima, mentre la tecnica di narrazione teatrale procede perfettamente scandita dagli interventi delle 11 operaie in scena.

La parola dunque a queste donne chiuse in una stanza a decidere se accettare la proposta dei nuovi padroni della fabbrica in cui lavorano di ridurre di sette minuti, cioè quasi della metà, la loro pausa ricreativa, o rifiutarla mettendo anche a rischio il posto di lavoro, ma con la possibilità, per alcune di esse certezza, di non essere più sindacalmente ricattabili. La vicenda si ispira a un fatto realmente accaduto in Francia nel 2012, ma Stefano Massini la traduce, opportunamente, in un linguaggio più vicino alle lotte sindacali in Italia, con argomentazioni forse un po’ approssimative e retrò che hanno tuttavia una buona capacità di coinvolgimento.

Ma, intanto che la discussione politica va avanti, prendono corpo le esigenze individuali, emerge la fotografia dell’odierna classe operaia che, avendo rinunciato al paradiso, va alla ricerca non del bene collettivo ma di un posto al sole. Contro queste “persone sociali”, Blanche, una caparbia e convincente Ottavia Piccolo, combatte la sua battaglia per riuscire a portarle dalla sua parte, rifiutando l’avvelenata proposta. Ci riuscirà? Neanche alla fine avremo la risposta. A ciascuno spettatore spetta la sua. Molto brave tutte le interpreti a sfuggire alla trappola del “già visto”, del “già sentito” appellandosi alla natura dei rispettivi sentimenti.