dal: 02-02-2017 al: 12-02-2017
Terminato
Via Ciro Menotti, 11, 20129 Milano
Tel: 02 3659 2544
Orari:

lunedì riposo
martedì, giovedì, venerdì, sabato ore 20.30
mercoledì ore 19.30
domenica ore 16.30

Prezzi: 12,50 < 25 €

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SCHEDA SPETTACOLO: PORCILE

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Stagione 2016-2017
Di Pier Paolo Pasolini
Regia di Valerio Binasco
Cast Elisa Cecilia Langone, Fabio Mascagni, Francesco Borchi, Franco Ravera, Fulvio Cauteruccio, Mauro Malinverno, Pietro d’Elia e Valentina Banci
Una produzione Teatro Metastasio di Prato e Teatro Stabile Del Friuli Venezia Giulia
Recensione di: Giuseppe Liotta Voto 2.5

 PRIMA MILANESE

Il problema è tutto qui: considerare Pasolini ormai un autore “classico”, come Cechov o Sofocle, oppure fare ancora i conti con le sue tematiche ossessive, la sua lingua letteraria, così poetica e simbolica da apparire refrattaria alla dimensione della scena, e scardinarla nella sua stessa sintassi per rifondarla fino a distruggerne il primitivo senso. Valerio Binasco, per questo suo primo approccio al teatro di Pasolini, sceglie una terza via registica che lo porta a considerare Porcile un dramma “storico”, più vicino al teatro dell’assurdo che alle problematiche della Germania post-bellica degli anni ’60, a cui il testo pasoliniano fa esplicito riferimento con un’alta borghesia industriale arricchitasi sulle nefandezze naziste, e una gioventù, ribelle ma priva di valori, completamente allo sbando.
Tutti i personaggi appaiono emblemi di una società malata da ricostruire dalle fondamenta: giovani e adulti sono figli di uno stesso delirio di impotenza, vittime e carnefici di una situazione che non offre a nessuno di loro alcuna via di salvezza. In tal modo il caso del giovane Julian (un inadeguato Francesco Borchi dalla pronuncia strana), affetto da zoofilia e che alla fine si lascia divorare dai suoi maiali, non diventa metafora di una esistenza alienata, continuamente calpestata nel momento stesso in cui la si vive, ma il tragico, inevitabile esito del dramma di un individuo che non è riuscito a trovare risposte alla sua curiosa “passione amorosa”, ai propri inconfessabili turbamenti, che mai avrebbero potuto comprendere la tenera Ida (una innocente e rassegnata Elisa Cecilia Langone) né tantomeno i suoi incoscienti e insulsi genitori.
Lo spettacolo, sorprendente nel suo singolare approccio al testo di Pasolini, ha una sua dignitosa fascinazione e l’indubbio merito di portarci sicuramente fuori dal teatro pasoliniano come l’abbiamo sempre supposto, anche se poi ci ritroviamo più dalle parti di Wedekind che dello scrittore di Casarsa.