dal: 13-02-2018 al: 18-02-2018
Terminato
Corso Buenos Aires, 33, 20124 Milano
Tel: 02 0066 0606
Orari:

Sala Shakespeare: MAR-SAB: 20:30 / DOM: 16:30
Sala Fassbinder*: MAR-SAB: 21:00 / DOM: 16:00
Sala Bausch: MAR-SAB: 19:30 / DOM: 15:30

*Sala soggetta a cambio d’orari.

 

 

Prezzi: 13,50 < 33 €

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SCHEDA SPETTACOLO: MIO EROE

Stagione 2017-2018
Di collaborazione alla drammaturgia Alberto Rizzi e Giuliana Musso
Regia di Giuliana Musso
Cast Giuliana Musso
Una produzione La Corte Ospitale
Recensione di: Laura Bevione Voto 3

Se il bene assoluto non esiste, come possono esistere eroi, ovvero creature esenti da pecche, anche minime? Non ci sono eroi, dunque, nel monologo che Giuliana Musso ha scritto partendo dalle biografie di alcuni dei ben 53 soldati italiani uccisi in Afghanistan durante la lunga e infruttuosa missione Isaf, durata ben quattordici anni.
Il punto di vista scelto dall’artista è quello delle madri di quegli alpini caduti: donne che, refrattarie all’immagine della mater dolorosa ripercorrono certo il dramma vissuto, rievocano fanciullezza e adolescenza dei propri ragazzi, ma, soprattutto, riflettono su quanto è accaduto, interrogandosi sul senso di una missione “umanitaria” tramutatosi ben presto – o forse già così progettata – in vera e propria guerra.
La Musso – un’ampia gonna e un golfino scuro, i capelli raccolti – incarna tre diverse madri, tre differenti modi di confrontarsi con la tragedia.

Un prato verde, qualche fiore di plastica e rose di carta ricreano quella “valle delle rose” in cui le truppe italiane sono stanziate; tomi di vecchie enciclopedie costruiscono semplici sedili su cui l’attrice si siede, con pose e attitudini diverse, a suggerire l’individualità di ciascuna delle sue tre donne. Dalla mamma apparentemente rassegnata e quieta ma, in verità, tormentata da lucidissimi interrogativi su quanto è avvenuto al figlio; alla madre arrabbiata e inquieta che teme di essere oramai impazzita, perché ha il coraggio di chiedere ragione di una missione finalizzata ad annientare il terrorismo internazionale ma che, in verità, ha provocato più vittime di quante caddero nell’attentato delle Twin Towers; fino all’insegnante ognora su Internet per cercare notizie sul figlio e incapace di distinguere davvero il bene dal male.
Tre differenti modi di affrontare una situazione dolorosa accomunati non tanto dalla medesima tragedia, quanto dalla testarda lucidità e dalla integra razionalità nel riconoscere responsabilità e incoerenze, colpe e menzogne.

Perché, ci dice Giuliana Musso con l’intelligenza e la sensibilità che le sono proprie, la realtà è troppo complessa per essere semplificata con la creazione di “eroi”: solo la lancinante lucidità del dolore permette di guardarla davvero e, per sopravvivere a questa sconcertante visione, rimane forse solo la musica. Ed ecco dunque la viola e il violoncello accuratamente disposti sul palcoscenico alla fine di uno spettacolo che non consente alcuna catarsi.