dal: 28-11-2017 al: 10-12-2017
Terminato
Largo Greppi, 1, Milano
Tel: 848 800 304
Orari:

Salvo diversa indicazione, gli orari degli spettacoli al Piccolo sono: martedì, giovedì e sabato, 19.30; mercoledì e venerdì 20.30; domenica 16.

Prezzi: 12 < 32 €

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SCHEDA SPETTACOLO: LE AVVENTURE DI NUMERO PRIMO

Stagione 2017-2018
Di Gianfranco Bettin e Marco Paolini
Regia di Marco Paolini
Cast Marco Paolini
Una produzione Jole Film
Recensione di: Giusi Zippo Voto 3

La rivoluzione tecnologica subita da una generazione nata nella seconda metà del secolo scorso, la paternità vissuta da un ultracinquantenne,
il Nord Est italiano in uno scenario dal sapore fantascientifico, sono gli ingredienti del nuovo spettacolo Numero Primo – Studio per un nuovo Album/ Le avventure di Numero Primo di Marco Paolini.

Una nuova stagione per i suoi Album, nei quali dal 1987 al 2003, ha combinato l’autobiografia con il ritratto generazionale: ora, infatti, sceglie di raccontare la realtà contemporanea alle prese con una pervasiva rivoluzione tecnologica. Parla della sua generazione che, con attrazione e diffidenza, si è adattata alle nuove tecnologie, del riaffiorare del lavoro manuale come resistenza a quello digitale. Uno spettacolo autobiografico, dove si parla anche di paternità, come scelta prima casuale e poi consapevole in un’età ormai matura. Una paternità raggiunta con atto notarile, senza nessun atto sessuale: «Diventerò padre di un figlio non mio, che non ho mai visto, di quattro, cinque anni». Si parla anche della casualità dei sentimenti e di come poi vengono elaborati: si sceglie una persona sulla quale sviluppiamo la proiezione di ciò che ci colpisce più o meno distrattamente («Nella rete mi ha cercato lei perché le piaceva il mio nome, Ettore»). Si delinea un paesaggio umano e geografico con multinazionali che riproducono tutto in scala, Porto Marghera trasformata in un centro di produzione di neve finta, una scuola per adulti intitolata a Steve Jobs. Di una società sempre più multietnica. Ma di scenari sempre più desolati e tristi. Il suo teatro di narrazione acquista una dimensione più avveniristica e si tinge di giallo, si parla di intelligenze artificiali, di macchine e non di uomini, ma tutto questo lo si intuisce dopo la prima parte dello spettacolo. Centodieci minuti in cui dietro al suo racconto, supportato con rigore e maestria, si celano ansie, paure, stupori e difficoltà nell’adattarsi a nuovi modi di concepire la vita.