dal: 24-11-2016 al: 04-12-2016
Terminato
Via Ampère, 1, 20131 Milano
Tel: 02 2668 1166
Orari:

martedì – sabato: 20:45
domenica: 16:00
lunedì: riposo

Prezzi: 11 < 22 €

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SCHEDA SPETTACOLO: L’ARTE DELLA MENZOGNA

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Stagione 2016-2017
Di Valeria Cavalli
Regia di Claudio Intropido e Valeria Cavalli
Cast Andrea Robbiano
Una produzione Manifatture Teatrali Milanesi
Recensione di: Arianna Lomolino Voto 3

Andrea Robbiano è Diego, il “Pinocchio” tutto contemporaneo di Valeria Cavalli, ne L’arte della menzogna. Potrebbe essere un esempio di personaggio esistenzialista contemporaneo, e come ogni protagonista che si rispetti, mette a nudo se stesso, lo fa accompagnandosi con la musica, nuotando nell’aria, muovendosi nervorsamente (a volte anche troppo). L’attore è però bravo nei passaggi di registro, energico nel mutare le prospettive del racconto. Ora strappa un sorriso sinceramente divertito, ora commuove nel tentativo di confessare un amore; fa capolino Rimbaud, eterno e (in)felice coetaneo, a ricordare che dopotutto ci tocca dover essere seri anche a diciassette anni.
La regia, di Cavalli e Claudio Intropido, non manca di presa sul testo, tanto nello scegliere i momenti bui che scandiscono i quadri, quanto nel pesare i silenzi inesorabili. In questa compostezza luci ed effetti musicali dialogano efficacemente con la scena, restituendo alla platea un’idea avvolgente di compiutezza, sfuttando la profondità del palco, occupato soltanto da tre gruppi di sedie e da una chitarra.

Fra le sfumature della drammaturgia quella più facilmente sentimentale ha la tonalità più alta, ma certamente rimane intonato Robbiano, solo sul palco per un’ora abbondante. L’iniziale sfondamento della quarta parete cattura immediatamente il pubblico, coinvolgendolo in un sicuro concentrato di emozioni. Le trame dell’esistenza di Diego si intrecciano nella tensione verso un senso di indentità, timoroso e mascherato di volontà altrui e, ovviamente, dalla menzogna. La finzione non è qui cifra esclusivamente teatrale, ma della vita stessa, e il gioco della condensazione funziona. Manca un tocco più deciso di suspense, ci vorrebbe un inizio che si fonda meglio con lo scioglimento, più in sintonia con l’insieme sferzante di un testo semplice ma non banale, rivolto trasversalmente a un pubblico inevitabilmente incuriosito dal segreto di Diego.