dal: 12-04-2018 al: 22-04-2018
Terminato
Corso di Porta Romana, 63, 20122 Milano
Tel: 02 5518 1377
Orari:

Lunedì: riposo
Mercoledì, giovedì, sabato: ore 20.30
martedì e venerdì: ore 19:30
Domenica: ore 16.00

Prezzi: 13,50 < 34 €

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SCHEDA SPETTACOLO: LA VEDOVA SCALTRA

Stagione 2017-2018
Di Carlo Goldoni
Regia di Gianluca Guidi
Cast Alessandra Cosimato, Andrea Coppone, CLAUDIA FERRI, Fabio Ferrari, Francesca Inaudi, GIANLUCA GUIDI, Renato Cortesi e Riccardo Bocci
Una produzione Ginevra Media Prod e Mind Entertainment
Recensione di: Albarosa Camaldo Voto 3

In un classico poco frequentato, come La vedova scaltra, Goldoni punta su una protagonista femminile, Rosaura, antesignana di Mirandolina in La locandiera, che deve scegliere il futuro marito, secondo i suoi desideri e non solo attenendosi alle regole dell’epoca.
Nell’allestimento diretto da Gianluca Guidi di La vedova scaltra interpretata, con piglio e carattere, da Francesca Inaudi,  si assiste a una deformazione dei ruoli dei pretendenti, la cui peculiarità è di essere di quattro nazionalità differenti.
La regia, infatti, trasforma in caricature quelle che per Goldoni non erano maschere, ma caratteri ben definiti, così da segnare il graduale allontanamento dalla Commedia dell’Arte. Vengono caratterizzati in modo grottesco lo spagnolo Don Alvaro (Fabio Ferrari), truccato con la biacca che ne fa un mascherone, l’inglese Milord (Matteo Guma), che si arrampica come una lucertola, il francese Monsieur Le Blau (Riccardo Bocci) eccessivamente galante, mentre l’italiano (lo stesso Guidi) appare nella sua normalità, così da primeggiare, nel cuore di Rosaura, anche per la sua fedeltà, come da copione.
Le vere maschere rimaste e volute da Goldoni sono l’acrobatico servitore Arlecchino in abito nero e non colorato (Andrea Coppone), l’ironico Pantalone, costruito da Massimiliano Giovanetti con abilità tra ipocondria e desiderio di risposarsi, mostrandosi giovane, e caratterizzato con pose e gesti significativi di tutto il corpo, essendo, come da tradizione, il volto coperto con la maschera e il Dottore (Paolo Perinelli), padre di Rosaura.
Le fila della vicenda sono tenute dalla Inaudi che, fin dall’anacronistico taglio sbarazzino dei capelli, nonostante l’ambientazione e i costumi tradizionali, si mostra una Rosaura moderna non solo nel look, ma  nella determinazione di non sottoporre se stessa e la sorella alla decisione paterna per i rispettivi matrimoni. Con abilità tesse il suo piano, mostrandosi appunto “scaltra”, ma mantenendo un comportamento sempre onesto, quando per identificare il pretendente più fedele si finge e si atteggia a dama mascherata per tentare gli uomini di ognuna delle nazionalità, sfruttando appunto il Carnevale. Mentre i forestieri parlano correttamente l’italiano, la Inaudi, nel tentativo di sedurre gli spasimanti, parla nelle loro lingue, per dare più realismo alle dame straniere che finge di essere. Scopre così che l’unico a non venire lusingato è lo stesso che le aveva già suggerito il suo cuore, l’italiano.
La scenografia è rarefatta, costituita da finestre e porte componibili da sottili listelli di legno, mentre alcune scene sono animate da veli e tendaggi, atti a creare una atmosfera suggestiva per indicare l’idea del mare e della notte misteriosa in cui la vedova perpetra il suo piano per scegliere lo spasimante più innamorato. La regia tende a rendere dinamico lo svolgimento dell’azione, inscenando duelli e scaramucce verbali fra i pretendenti, vivacizzando l’intreccio che, altrimenti, sarebbe costituito prevalentemente da dialoghi e profferte amorose.