dal: 07-05-2018 al: 07-05-2018
Terminato
Corso di Porta Romana, 63, 20122 Milano
Tel: 02 5518 1377
Orari:

Lunedì: riposo
Mercoledì, giovedì, sabato: ore 20.30
martedì e venerdì: ore 19:30
Domenica: ore 16.00

Prezzi: 13,50 < 34 €

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SCHEDA SPETTACOLO: LA NAVE FANTASMA

Stagione 2017-2018
Di Bebo Storti, Giovanni Maria Bellu e Renato Sarti
Regia di Renato Sarti
Cast Bebo Storti e Renato Sarti
Una produzione Teatro della Cooperativa
Recensione di: Claudia Cannella Voto 2.5

In un momento storico come questo ci sembra interessante proporre la recensione del 2005 dello spettacolo La nave fantasma, la consapevolezza di quanto accade oggi nel Mar Mediterraneo può più facilmente interrogarsi su un fenomeno qui rilevato agli albori e da qualche anno a oggi diventato tragedia quotidiana.

Rincuora un po’ il fatto che, nel delirio suscitato da Grandi Fratelli e affini, una volta  tanto abbia trovato uno spazio decoroso anche uno spettacolo teatrale, per giunta “impegnato”. La Nave Fantasma scritto da Renato Sarti e Giovanni Maria Bellu (autore dell’inchiesta) per raccontare una delle più gravi tragedie navali avvenute nel Mediterraneo in questi ultimi sessant’anni: l’affondamento al largo di Porto Paolo di un battello carico di immigranti clandestini proveniente di India, Pakistan e Sri Lanka. Era il 1996 e i morti furono 283. Le autorità rimasero in un comodo silenzio e i mass media preferirono concentrarsi su un annegamento di maggiore appeal, quello della contessa Vacca Agusta. Incredibile ma vero. Il motivo del successo de La nave fantasma  è un intelligente mix di ingredienti apparentemente inconciliabili: una cronaca degli eventi ricostruita in modo rigoroso come nella miglior stradizione del teatro di impegno civile, una messinscena fondata sugli elementi tipici del cabaret comico-grottesco, un uso sapiente dell’improvvisazione e il coinvolgimento del pubblico. Bebo Sorti e Renato Sarti (sua anche la regia) sembrano un po’ un Vladimiro e un Estragone votati alla causa di un recupero urgente delle nostre coscienze. E chi se ne frega se Godot non arriva. Nel frattempo, tutti i mezzi sono buoni per abbattere il diaframma della quarta parete. C’è la dimostrazione di quanto si è parlato della triste sorte della contessa rispetto a quella della “nave della speranza” con tanto di spettatrice travestita da villa di Portofino e spettatore da Porto Palo, più o meno sommersi da giornalisti e videocassette a simboleggiare il maggiore o minore interesse mediatico; ci sono quiz demenziali (ma non troppo) sull’immigrazione italiana e quella attuale, che non sono poi così diverse, e c’è, affidata in parte al pubblico, la ricostruzione con semplici ma efficaci macchine teatrali, della scena finale del naufragio. Il tutto contrappuntato da un fuoco di fila di gags, con qualche deriva grossolana, seppur divertente, in stile Bagaglino nei ritratti dei nostri politici. Certo, i palati più fini potrebbero non apprezzare, ma il pubblico ci sta, non perde un istante dello spettacolo e se ne torna a casa con il cervello un funzione. Di questi tempi, davvero, non è poco.